Pellegrinaggio a Lourdes

×

Error message

  • Deprecated function: implode(): Passing glue string after array is deprecated. Swap the parameters in drupal_get_feeds() (line 394 of /usr/local/lsws/siti/parrocchiagerenzago/includes/common.inc).
  • Deprecated function: The each() function is deprecated. This message will be suppressed on further calls in menu_set_active_trail() (line 2394 of /usr/local/lsws/siti/parrocchiagerenzago/includes/menu.inc).

L’unità pastorale di Gerenzago e Villanterio in pellegrinaggio a Lourdes, con una guida spirituale d’eccezione: don Luca Roveda.


Quando mi è stato proposto da don Luca di partecipare al pellegrinaggio che stava organizzando a Lourdes per l’Unità Pastorale di Gerenzago e Villanterio, mi sono chiesta: “Perché dovrei andare a Lourdes?”

 

Come turista ho sempre visto questo luogo come una meta di speranza per chi dovesse chiedere alla Madonna una grazia per la propria salute o per quella di una persona cara.

Io mi ritengo molto fortunata perché ho la salute, una famiglia, una casa, un lavoro, ed un’esistenza abbastanza tranquilla; le persone a me più care, i miei genitori, mi hanno lasciato da tempo e prego il Signore ogni giorno, perché conservi i miei affetti più vicini.

Non sono partita, quindi, con particolari aspettative, se non con la speranza di trovare un po’ di pace interiore per me stessa.

L’unica perplessità era relativa al viaggio: 13-14 ore di pullman non sono poche!

Ma lo spirito vero del pellegrinaggio l’abbiamo scoperto subito, già dai primi minuti successivi alla partenza: don Luca ha creato tra noi un clima di preghiera e raccoglimento, sono nate relazioni e discussioni, anche con persone mai viste, con cui ti trovi a parlare come se ti conoscessi da sempre.

L’impatto con il luogo sacro è stato forte.

A parte l’immensità fisica delle basiliche e di ciò che le circonda, l’aria che si respira è proprio quella della condivisione: nelle relazioni, nella preghiera, nell’aiuto, nella sofferenza. Davanti alla grotta si è circondati da un’atmosfera celestiale e sembra che la Madonna ti stia davvero parlando col suo sguardo umile e sorridente.

La Madre di Dio è il più grande esempio del donarsi totalmente all’altro, incarnato pienamente nelle migliaia di volontari che accompagnano ed assistono altrettante migliaia di persone ammalate. Il momento più toccante e suggestivo è forse rappresentato dal corteo di carrozzine che si accodano durante la processione “aux flambeaux”, in cui, nella pace della sera, ciascun pellegrino porta un cero acceso insieme

 alle intenzioni che più gli stanno a cuore. La preghiera comune riunisce questa folla di tutte le nazioni, popoli e lingue in un’assemblea che, insieme a Maria, dalla grotta scorre, come un fiume, fino ad arrivare al sagrato della basilica. Pensavo di scorgere nei volti dei più sofferenti la disperazione, mentre a Lourdes traspaiono pienamente le tre virtù teologali: la fede di tutti i pellegrini presenti, la speranza di chi rivolge la proprie preghiere a Maria e la carità di chi aiuta le persone più bisognose.

Nonostante l’assedio della città commerciale, quello che prevale è il mondo spirituale, che ha dato modo ad ognuno di riscoprire e risvegliare la propria fede, forse un po’ sopita dalla quotidianità. Quel luogo l’ha ravvivata, ha rinvigorito lo spirito ed ha rimesso al centro della nostra vita, deviata ogni giorno dai desideri materiali, Dio e la preghiera.

Quando ho deciso di partecipare a questo viaggio, forse spinta dalla curiosità, non avevo considerato che “fare un pellegrinaggio a Lourdes” non equivale a “fare un pellegrinaggio a Lourdes con don Luca”.

L’organizzazione è stata impeccabile, sia sotto l’aspetto logistico che della pianificazione di tempi e spazi: l’unico neo è stato rappresentato dalle condizioni metereologiche, che non ci hanno risparmiato né acqua, né freddo, ma su questo credo che non si potesse intervenire in alcun modo.

Non sono mancati momenti di gioia ed allegria, come ad esempio la festa a sorpresa, organizzata la sera prima della partenza, in onore di Suor Massima, della quale ricorrono a dicembre i sessant’anni di vita consacrata al Signore.

L’esperienza unica vissuta in questi quattro giorni mi ha fatto capire che ho deciso di partecipare a questo viaggio, perché è la Madonna che mi ha chiamata a Lourdes, come chiama ogni anno più di 5 milioni di visitatori.

Un ringraziamento speciale quindi a don Luca perché ha fatto scoprire in noi l’anima del pellegrino, ha fatto vivere ad ognuno le sensazioni che si provano quando ci si avvicina alla grotta dove è apparsa Maria e dove Ella ha lasciato la grazia della sua presenza misteriosa e ci ha permesso di ritornare con la gioia nel cuore.